”Il passaggio da Asana a Pranayama è Naturale. Non è una tecnica. Corrisponde ad un bisogno in un dato momento…” Gerard Blitz
Asana prepara Pranayama, in entrambe bisogna tenere presente:
- La posizione del corpo
- L’uso della respirazione
- L’attitudine mentale
Bisogna tenere in considerazione che quando si fa’Pranayama, ci si trova in un piano più sottile. La nostra attenzione si sposta dal corpo al respiro, i suoi effetti sono meno materiali: si può dire che siamo in un piano Spirituale, Pranayama prepara lo stato di Meditazione.
È interessante sapere il significato della parola ”Pranayama”
Essa ha tre radici prana -a-yama, ”yama” significa ”limitare”, ”restrizione”, ”a” vuol dire ”verso l’interiore” ”prana” è la forza vitale.. Gerard Blitz dice: É la non dispersione del Prana
La Respirazione non è una tecnica, non è un’esercizio, bensì una funzione naturale: è una pulsazione involontaria. Nella pratica di Pranayama bisogna lasciarsi dirigere dalla respirazione, si deve permettere a qualcosa di involontario in noi di partecipare. L’uso delle tecniche di Pranayama non deve intrappolarci. La cosa importante è la Coscienza, poiché è la relazione del mentale con la respirazione che produce dei risultati.
La pratica del Pranayama migliora il nostro stato di Salute, soprattutto riesca ad armonizzare gli aspetti psicologici con quelli fisiologici:
- Induce lo stato di calma
- Promuove la concentrazione
- Rinforza il sistema nervoso
- Sviluppa una buona capacità di reagire allo stress
- Deoura l’organismo
- Nutre ogni cellula
- Facilità la chiarezza mentale
- Genera uno stato interiore positivo
La prima cosa utile è l’osservazione del flusso respiratorio, cosi com’è, senza modificare il ritmo spontaneo.
”È molto importante respirare mantenendo la presenza mentale, dal momento che il respiro è uno strumento naturale ed estremamente efficace per prevenire la dispersione. Il respiro è il ponte che connette la vita alla coscienza, che unisce il corpo ai pensieri.
”Ogni volta che la mente si perde, il respiro è il mezzo che vi consente di riportarla indietro” Thich Nhat Hanh
Questa attitudine sviluppa la coscienza ed è un ottimo allenamento per la meditazione. Di solito quando si porta l’attenzione al respiro si tende a modificare il ritmo. Come le particelle subatomiche cambiano al solo fatto di essere osservate anche il respiro si modifica quando l’attenzione presente su di esso è concentrata. Se proviamo a seguire la respirazione spontanea, a poco a poco, diventiamo capaci di avere un respiro profondo e rilassato producendo così ”endorfine” che calmano e distendono la mente. La respirazione spontanea ci permette, inoltre, di accogliere le sensazioni sgradevoli legate al dolore, sia esso fisico o emotivo che spesso siamo portati ad evitare per proteggerci, ma questo comportamento non produce salute. Quindi, con questa attitudine, possiamo fermarci ed ascoltare, così da rimarginare le nostre ferite più profonde. Ci possiamo rendere conto dei dolori che nascondiamo, per non sentirli, per non soffrire più, ma nasconderli e non affrontarli in realtà si gonfiano ed inquinano il nostro presente, spesso provocando sintomi di diverso genere: dall’ansia ai disturbi del sistema cardio-circolatorio fino a patologie ancora più complesse. Con la pratica della respirazione spontanea e consapevole possiamo accoglierli e dissolverli.
Quando ci accorgiamo di avere una respirazione breve, che non riusciamo a rilassare, osserviamo il diaframma: spesso è bloccato. Ecco dove si vanno a collocare i dolori inespressi non ascoltati. Così facendo diminuisce il flusso pranico e nel nostro organismo comincia a calare la forza vitale, l’energia che tutto fa funzionare. Ecco perché, dopo diverso tempo che persiste una condizione di blocco, possiamo avere una comparsa di una patologia più o meno grave a carico di un sistema. Se proviamo a modificare con pazienza le nostre abitudini e i nostri condizionamenti, ci accorgeremo che anche la respirazione diventa più rilassata e più lunga.
Attitudine nella pratica:
- Ascolto
- Sblocco
- Visualizzazione
- Applicazione della tecnica Respiratoria
- Silenzio
Ascolto: ossia iniziare sempre da un momento d’immobilità di una posizione comoda e corretta. Percorrere tutto il corpo con l’attenzione, osservare il passaggio dell’aria dalle narici, prendere coscienza del respiro spontaneo. Iniziare da ciò che è in assenza di giudizio, questo lavoro di osservazione ”da testimone” sviluppa la Coscienza
Sblocco: lasciare esprimere il corpo con tutti quei piccoli gesti e azioni fisiologiche
Visualizzazioni: evochiamo delle immagini che ci aiutano a dare un cuore alla pratica, allineando mente-cuore-pancia, per poter realizzare una respirazione rilassata. Se manteniamo la rabbia per un torto ricevuto, per esempio, non sarà facile avere un respiro fluido, quindi lasciamo piano piano scivolare l’attenzione su un immagine positiva che ci aiuti a trasformare l’energia del nostro pensiero.
Applicazione della tecnica: proviamo a vivere la tecnica in questione, osservando con attenzione cosa sentiamo rimanendo coerenti con il nostro momento, rispettando i nostri limiti, i nostri tempi, i nostri bisogni.
Silenzio: in questa fave accogliamo le sensazioni, gli effetti del nostro lavoro, focalizziamo l’attenzione facilmente e scivoliamo bello stato di Prathyara o di Dharana.
L’obbiettivo della pratica è migliorare la qualità della respirazione.
Osservando la respirazione ci accorgeremo che ha quattro fasi:
- Inspiro – Puraka
- Pausa a polmoni pieni – Antara Kumbhaka
- Espiro – Rechaka
- Pausa a polmoni vuoti – Bahya Kumbhaka
In base al nostro stato d’animo la respirazione cambia. La prima cosa da capire dal punto di vista emotivo è che una respirazione forzata NON ci libera. L’inspirazione forzata ci allontana dalla realtà, ci fa aggrappare ai nostri fantasmi, l’inspirazione è il piacere di liberarsi, di rilassarsi, di lasciare gli sforzi della vita. L’espirazione forzata rallenta la sensibilità, la nostra capacità di accettazione, di abbandono, l’espirazione è il piacere dell’abbandono totale. Attraverso la respirazione si manifestano le nostre angoscie, le tensioni, le paure.. proprio quelle che vanno a contrarre e bloccare soprattutto la colonna vertebrale. Se riusciamo ad aprirci alla respirazione, se la lasciamo e ci lasciamo andare, tutto si apre
Il corpo è un circuito energetico e la respirazione rappresenta la nostra realtà.
L’osservazione e la consapevolezza della respirazione sono necessarie allo sblocco globale del corpo. Con lapla volontà ede l’immaginazione possiamo dirigere l’espirazione ai centri di accumulo energetico del corpo. Così trasmettiamo consapevolezza alla vita cellulare, così possiamo rendere udibili i blocchi, le eccitazioni e le emozioni. Quando non vogliamo sentire la prima cosa che si blocca è il diaframma. Il diaframma è il confine tra la parte superiore del corpo, sede del sentimento, e la parte inferiore sede della sensazione, è il motore che attiva il contatto del sangue con l’esterno. I sistemi respiratorio e circolatorio trasmettono al sangue il nutrimento e altre informazioni vibrazionali che giungono dal mondo esterno.

